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Il Position Paper "Italian microbiome initiative for improved human health and agri-food production", elaborato dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) presieduto da Andrea Lenzi, a sostegno della ricerca italiana sul fronte del microbioma quale componente abilitante per la salute dell'uomo e delle altre specie viventi e la qualità e la quantità della produzione agroalimentare. Il microbioma è l'insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali dei microorganismi nell'intestino e in altri distretti dell'uomo, degli animali e delle piante.
E' qualcosa che viene ereditato, modificato e che si modificherà e che concorre in maniera determinante alla salute degli organismi viventi e dei diversi componenti del sistema alimentare (dai suoli e habitat marini, alle piante, agli animali e agli alimenti da esse derivati) influenzando quantità, qualità e sostenibilità della produzione primaria, e dunque del cibo con un diretto impatto sulla salute umana. Da una valorizzazione più puntuale ed integrata della conoscenza che si sta acquisendo su questo fronte potrebbe derivare una crescita socioeconomica italiana più competitiva e sostenibile.

Il documento, elaborato preliminarmente da un gruppo di esperti nominati dal Presidente del CNBBSV, è stato condiviso con la comunità scientifica nazionale (tra cui la Società Italiana di Endocrinologia) e diverse associazioni industriali del Paese, che hanno contribuito alla sua revisione finale. Il documento evidenzia la necessità di una strategia nazionale a sostegno della ricerca ed innovazione nel settore che veda anzitutto l'integrazione e la valorizzazione delle conoscenze, competenze e infrastrutture esistenti nel paese e soprattutto la cooperazione tra la ricerca pubblica, l'industria e le istituzioni coinvolte nella messa a punto dei programmi di ricerca e innovazione e delle policy nei settori della salute e della produzione agro-alimentare.

Questo garantirebbe all'Italia anche un migliore posizionamento internazionale in detto ambito strategico dell'innovazione e una maggiore competitività nei programmi Europei a sostegno della stessa, quali Horizon 2020 che a oggi ha finanziato progetti per circa 500 milioni di euro e dove l'Italia ha avuto, purtroppo, un ruolo secondario.
 
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