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Carcinoma differenziato della Tiroide

Introduzione

Il carcinoma papillare ed il carcinoma follicolare della tiroide, definiti carcinomi tiroidei differenziati (CTD), costituiscono circa l’1% dei tumori maligni umani, con incidenza compresa fra lo 0.5 e il 10 per 100.000 per anno in rapporto alle popolazioni esaminate. Il CTD è la più frequente neoplasia endocrina e ha un impatto socio-sanitario significativo, ove si consideri che la sua prevalenza è analoga o superiore a quella del mieloma, del morbo di Hodgkin e dei carcinomi dell’esofago o della laringe. Nonostante il costante incremento della prevalenza nelle ultime decadi, la mortalità per carcinoma tiroideo è in graduale decremento. Dati di sopravvivenza a 30 anni dalla diagnosi indicano che l’assoluta maggioranza dei soggetti con carcinoma papillare o follicolare sono viventi, in conseguenza di diagnosi precoci e di programmi terapeutici multisciplinari.

Benchè i CTD siano efficacemente curabili, il loro trattamento e follow-up rimangono oggetto di controversia. Ciò è dovuto alla assenza di evidenze cliniche di tipo I o II (trials clinici prospettici randomizzati o controllati), rese difficoltose dal protratto rischio di recidiva della neoplasia e dalla sua bassa letalità, e dal conseguente ricorso a studi di coorte mancanti di randomizzazione della terapia (evidenze di tipo III e IV).

Le presenti Linee Guida rappresentano un documento di consenso terapeutico, prodotto da un gruppo di lavoro formato da esperti della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), della Associazione Italiana di Medicina Nucleare (AIMN) e della Associazione Italiana di Fisica in Medicina (AIFM), che ha lo scopo di fornire una guida al trattamento ed al follow-up del CTD basata su criteri di costo-efficacia e mirata ad evitare sovra - o sottostime terapeutiche della malattia.

In tutti gli ambienti in cui ciò sia possibile è auspicabile la costituzione di un team multidisciplinare costituito da un endocrinologo, un medico nucleare e un chirurgo esperto in neoplasie del collo. A tale team dovrebbero afferire citopatologi, anatomo-patologi, specialisti in diagnostica per immagini e personale infermieristico esperti nella gestione di pazienti con carcinoma tiroideo o patologia oncologica.

Una informazione completa, verbale e scritta, e la disponibilità ad una successiva opera di supporto devono essere previsti come elementi essenziali per un trattamento integrato efficace.

È opportuno che ciascun ambiente clinico adotti proprie linee guida interne redatte in modo da rendere riproducibile e verificabile la gestione dei CTD, adeguando questo documento alle proprie risorse, alla specifica esperienza clinica e alla tipologia dei singoli malati.

Obiettivi delle Linee Guida SIE-AIMN per il trattamento del CTD sono:

  1. fornire criteri razionali e condivisi per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti
  2. rendere più efficiente ed efficace il processo gestionale della malattia