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Trattamento radiometabolico dell'ipertiroidismo

Introduzione

L’uso di radioisotopi a scopo terapeutico in endocrinologia risale al 1940 quando pazienti affetti da ipertiroidismo furono trattati per la prima volta con dosi terapeutiche di un isotopo dello iodio, lo iodio131. Da allora oltre un milione di persone in tutto il mondo è stato trattato con iodio131, cosicché le conoscenze sull’efficacia e sulla sicurezza di questo trattamento sono oggi consolidate.

Lo iodio131, captato attivamente dalle cellule follicolari della tiroide come lo iodio stabile, emette radiazioni beta e gamma, ma l’effetto terapeutico è dovuto in larga parte (94%) alle radiazioni beta, che presentano un percorso medio di 0.36 mm nei tessuti molli e determinano necrosi cellulare per effetto ionizzante.

Nelle prime fasi lo iodio131 causa necrosi cellulare con successiva reazione infiammatoria, distruzione dei follicoli e dismissione in circolo di ormoni tiroidei, cui consegue fibrosi, dopo un intervallo di tempo variabile dal trattamento.

Si ha dunque una riduzione del tessuto tiroideo funzionante, paragonabile ad una rimozione chirurgica. 

Scopo di queste linee guida è quello di fornire elementi aggiornati sulle indicazioni e sulle modalità del trattamento con iodio131.