SIE aderisce al protocollo di autenticazione 
SIE è affiliata a  
 


Diabete, effetti a lungo termine degli interventi preventivi

Su The Lancet i risultati di uno studio

Pillole dal Mondo n. 843 - 16/09/2015

Il Gruppo di Ricercatori del Programma di Prevenzione del Diabete ha pubblicato su The Lancet i risultati di uno studio che ha valutato nel lungo termine (15 anni di follow up) l’efficacia dell’intervento sullo stile di vita o della metformina nella prevenzione del diabete, dimostrata nel corso del programma triennale Diabetes Prevention Program (DPP), e sulle complicanze microvascolari associate al diabete.

Il DPP (1996-2001) era un trial randomizzato di confronto tra un intervento intensivo sullo stile di vita o la metformina “mascherata” e un placebo in un gruppo selezionato per il rischio molto elevato di sviluppare il diabete. Tutti i partecipanti, alla fine del DPP, hanno svolto un training sullo stile di vita. 2776 persone della coorte DPP in vita (88%) sono state seguite nel DPP Outcomes Study (DPPOS, 1 settembre, 2002/ 2 gennaio 2014) e analizzati per intenzione al trattamento sulla base della loro assegnazione originale al DPP. Durante il DPPOS, al gruppo di intervento sullo stile di vita è stato fornito semestralmente un training di rinforzo e il gruppo metformina ha ricevuto metformina “non mascherata”. Gli outcome primari erano lo sviluppo di diabete e la prevalenza di malattia microvascolare. Per la valutazione della malattia microvascolare, i ricercatori hanno utilizzato un outcome microvascolare complessivo, composto da nefropatia, retinopatia e neuropatia.

Nel corso di un follow-up medio di 15 anni, l'incidenza del diabete si è ridotta del 27% nel gruppo di intervento sullo stile di vita (hazard ratio 0 73, 95% CI 0 65-0 83; p meno di 0 0001) e del 18% nel gruppo metformina (0 82, 0 72-0 93; p = 0 001), rispetto al gruppo placebo, con differenze tra i gruppi in diminuzione nel corso del tempo. A 15 anni, l'incidenza cumulativa di diabete era del 55% nel gruppo stile di vita, del 56% nel gruppo metformina, e del 62% nel gruppo placebo. Alla fine dello studio la prevalenza del risultato microvascolare aggregato non differiva in modo significativo tra i gruppi di trattamento nella coorte totale (placebo 12 4%, 95% CI 11 1-13 8; metformina 13 0%, 11 7-14 5; intervento sullo stile di vita 11 3%, 10 1-12 7). Tuttavia, nelle donne (n = 1887) l'intervento sullo stile di vita è stato associato a una più bassa prevalenza (8 7%, 95% CI 4-10 7 2) rispetto ai gruppi placebo (11 0%, 9 6-12 6) e metformina (11 2%, 9 7-12 9), con riduzioni del gruppo di intervento sullo stile di vita del 21% (p = 0•03) rispetto al placebo e del 22% (p = 0 02 ) rispetto a metformina. Rispetto ai partecipanti che hanno sviluppato il diabete, quelli che non lo hanno sviluppato avevano una prevalenza minore del 28% di complicanze microvascolari (rischio relativo 0 72, 95% CI 0 63-0 83; p meno di 0 0001).

“L’intervento sullo stile di vita o la metformina – affermano i ricercatori del Diabetes Prevention Program Research Group – riducono significativamente lo sviluppo del diabete in 15 anni. Non si sono riscontrate differenze globali nell’outcome microvascolare aggregato tra i gruppi in trattamento; tuttavia, coloro che non hanno sviluppato il diabete hannoa vuto una minore prevalenza di complicanze microvascolari rispetto a chi lo ha sviluppato. Questo risultato – concludono – conferma l'importanza della prevenzione del diabete”.

Commento della Commissione Farmaci SIE:
Questa pubblicazione riporta i risultati del follow-up a 15 anni del “mitico” trial Diabetes Prevention Program (DPP), peraltro ottenuti su una percentuale considerevole di pazienti originariamente arruolati. Si conferma ancora una volta la possibilità di prevenire l'insorgenza del diabete in soggetti particolarmente predisposti agendo sulla modifica dello stile di vita, e che questo effetto benefico si mantiene, pur riducendosi, anche dopo molti anni. E’ importante sottolineare l'assenza di effetti collaterali che, in varia misura, caratterizzano inevitabilmente l’impiego di qualunque agente farmacologico. Ribadito quindi con forza che la strategia di prevenzione del DM2, oggi estremamente necessaria per contrastare la diffusione epidemica della malattia, debba essere orientata primariamente verso lo stile di vita, osserviamo tristemente come sia difficile passare dalle parole ai fatti e come gli sforzi sinora compiuti ad ogni livello non siano stati efficaci come desiderato. In questo scenario, è confortante che la "vecchia cara" metformina sia stata in grado di produrre risultati di poco inferiori, o quantomeno con tendenza a riavvicinarsi nel corso del tempo, a quelli ottenuti modificando attivamente lo stile di vita. Questo emerge soprattutto in alcuni sottogruppi di pazienti e, in accordo a ciò, gli standard di cura dell’ADA suggeriscono ormai da molti anni l'aggiunta della metformina nei soggetti con pre-diabete, 35 a fine di prevenzione della malattia conclamata. Nonostante ciò, in Italia le indicazioni terapeutiche autorizzate per la metformina rimangono sempre le stesse, continuando a limitarsi al diabete mellito tipo 2 diagnosticato e di fatto relegando all'utilizzo off label quei pazienti in cui l’utilizzo della metformina a scopo preventivo può essere raccomandato. Questa situazione è un oggettivo ostacolo alla prescrizione, particolarmente evidente a chi è demandata gran parte dell’attività di prevenzione primaria, cioè il Medico di Medicina Generale. Sarebbe, pertanto, auspicabile sollecitare ulteriormente un intervento regolatorio che possa ovviare a questa limitazione.