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Androgen deprivation alters attention to sexually provocative visual stimuli in elderly men

Palmer-Hague JL, Tsang V, Skead C, Wassersug RJ, Nasiopoulos E, Kingstone A.
Sex Med. 2017 Dec;5(4):e245-e254. doi: 10.1016/j.esxm.2017.10.001.

 


RIASSUNTO

Introduction: Testosterone is known to regulate male sexual interest, but the exact way that androgens influence men's sexual cognition remains unclear.
Aim: To investigate the influence of androgen deprivation (AD) on visual responses to sexually suggestive stimuli in men treated for prostate cancer with AD therapy.
Methods: Patients with AD-treated prostate cancer, patients with prostate cancer not on AD therapy, and age-matched healthy control participants were exposed to images of male and female runway models fully or minimally clothed. Eye tracking was used to compare looking behavior among groups.
Main outcome measures: Proportion of fixations on fully clothed vs minimally clothed models and proportion of fixations on target areas of interest (ie, legs, chest, pelvis, and face) of fully clothed and minimally clothed models were analyzed and compared among groups.
Results: Although men not on AD exhibited a larger proportion of fixations on the minimally clothed compared with the fully clothed images, there was no difference between the 2 image types for men on AD. This was true regardless of whether the images depicted male or female models. Groups did not differ in their fixations to target areas of interest.
Conclusion: These results suggest that testosterone can influence men’s visual attention to sexual stimuli; specifically, AD can attenuate the time spent fixated on sexualized targets.

COMMENTO

È universalmente noto che il testosterone sia largamente coinvolto nei meccanismi che regolano il desiderio sessuale: tuttavia, è meno chiaro quali siano gli esatti risvolti psicologici derivanti dalla carenza di testosterone.
Lo studio di Palmer-Hague e colleghi è stato condotto mediante l’analisi dei movimenti oculari: mostrando ai soggetti reclutati una serie di immagini, gli autori hanno potuto esaminare come uomini con diverse concentrazioni androgeniche si differenziassero in merito al tempo dedicato allo “studio” delle immagini stesse. Gli autori hanno reclutato un campione di 8 soggetti in apparente buona salute come gruppo di controllo, cui affiancare 23 uomini affetti da tumore della prostata, di cui solo 8 in terapia di deprivazione androgenica. Nel corso dello studio ad ogni soggetto è stata presentata una serie di immagini, raffiguranti una coppia di modelli alternativamente vestiti completamente o con solo un costume. I modelli comprendevano soggetti di entrambi i sessi, mostrati in ordine casuale, sebbene ad ogni momento sullo schermo fosse sempre presente una coppia di soggetti dello stesso sesso. L’analisi dei movimenti oculari ha consentito di analizzare quanto a lungo i partecipanti si soffermassero su specifiche aree corporee dei modelli raffigurati: in particolare, è stato misurato il tempo trascorso ad osservare petto, gambe, pelvi e volto oltre a quello dedicato all’analisi dell’immagine in toto. Per ovviare alle problematiche psicologiche connesse con l’anamnesi di patologia, i soggetti reclutati hanno anche completato una serie di 4 questionari (FACT-G, EPIC, SHIM e CES-D); allo stesso modo, ad ogni partecipante è stato chiesto di esprimersi in merito alla propria abitudine nei confronti del materiale pornografico, sia in termini di abitudine al consumo che di disagio nei confronti delle immagini erotiche.
Dei 31 soggetti inizialmente reclutati, 28 hanno fornito dati utili all’analisi (età mediana 73 anni): in conclusione, è emerso come le immagini dei modelli in costume siano state fissate più a lungo da
parte dei soggetti non trattati con deprivazione androgenica, e come il petto sia rimasta l’area più frequentemente osservata dai partecipanti, senza differenze significative fra i gruppi.
Gli autori stessi sottolineano come il loro studio, per quanto innovativo, sia suscettibile di miglioramenti. Lo studio, seppur interessante a livello concettuale, presenta difatti numerose limitazioni che ne riducono l’applicabilità alla popolazione generale. Prima fra tutte le limitazioni è sicuramente il campione utilizzato nello studio, scarsamente rappresentativo per quantità (31 soggetti in totale, di cui solo 28 analizzati) e per caratteristiche demografiche (storia di neoplasia, età avanzata); è inoltre presente un ulteriore bias, dovuto alla presenza di un soggetto omosessuale ed un soggetto bisessuale nel campione, che potrebbe contribuire a rendere ancora più dubbia l’interpretazione del risultato. La mancanza di dati ormonali rappresenta un limite meno evidente, ma comunque di chiaro rilievo: è difatti possibile che i pazienti non in terapia di deprivazione androgenica (quindi sia i controlli, sia i pazienti con storia di neoplasia non in terapia farmacologica) presentino valori di testosteronemia tali da influenzare la risposta alla visione degli stimoli erotici. La scelta di alcuni questionari validati invece di altri e la scarsa attenzione dedicata all’abitudine alla pornografia rappresentano ulteriori argomenti meritevoli di approfondimento. La somministrazione di immagini di entrambi i sessi rappresenta in teoria un punto di forza: tuttavia, al momento di dover fissare un’immagine, è verosimile che i soggetti guardino con maggiore interesse le aree “sensibili” di un individuo confacente al proprio orientamento sessuale. Pertanto, è verosimile che le attuali differenze osservate fra modelli in costume e vestiti completamente siano gravate da un vincolo di scelta.
Sebbene sia verosimile che i soggetti in deprivazione androgenica siano caratterizzati da un minore desiderio sessuale, lo studio non riesce a fornire conclusioni “concrete” in merito alla risposta comportamentale nei confronti di immagini sessualmente appetibili.

 
Prof. Francesco Romanelli, Dott. Andrea Sansone
Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica, Scienza dell'Alimentazione ed Endocrinologia
Sapienza – Università di Roma
Viale Regina Elena 324, 00161 Roma
email: [email protected]

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