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QUIZ 197

Siamo spiacenti, non è possibile rispondere al questionario in questo momento.

Operare o non operare, questo è il problema

Francesca, 27 anni in abs, normotesa. Per la comparsa di fastidio al fianco destro ad aprile 2020 è stata effettuata RM addome che ha mostrato la presenza di una massa addominale a morfologia ovalare di 13x9 cm che si sviluppa in sede sottoepatica. Comprime la vena cava inferiore che tuttavia appare pervia, disloca postero-lateralmente il rene di destra e comprime sia la colecisti che il lobo epatico destro in grado maggiore a livello del V e VI segmento. Ampia area centrale (9x5 cm) con densità liquida sepimentata. Possibili esiti necrotici. Dopo mdc netta ed importante impregnazione contrastografica della porzione cercinata periferica che presenta feeding arterioso con provenienza dall’asse iliaco femorale destro con scarico in un grosso gavacciuolo che confluisce direttamente in vena cava inferiore. In DWI si apprezza importante tendenza alla restrizione del segnale nella porzione periferica della lesione.

La lesione viene sottoposta a biopsia diagnostica per “paraganglioma (PGL) addominale”. Sono stati quindi effettuati esami di medicina nucleare (scintigrafia con metaiodobenzilguanidina (MIBG) e PET con Gallio-68 DOTATATE) che risultano positivi a livello della lesione principale ed hanno mostrato la presenza di secondarietà ossee diffuse a tutto lo scheletro. Agli esami: metanefrina ur 195 mcg/die (<297), normetanefrina ur 283 mcg/die (<354), Cromogranina A 1796 ng/ml (<76.3). L’analisi genetica mostra la presenza di mutazione germinale del gene SDHB. Viene quindi posta diagnosi di paraganglioma mestastatico non secernente in paziente affetta da paragangliomatosi familiare di tipo 4. La paziente è stata trattata con terapia radiometabolica con 131I-MIBG interrotta dopo un solo ciclo per piastrinopenia. Da allora intrapresa terapia con Lanreotide 120 mg 1 fl sc ogni 28 giorni e Denosumab 60 mg 1 fl sc al mese.

A maggio 2021 la paziente è venuta alla nostra attenzione.

Dopo adeguata preparazione con alfalitico, intervento open per asportazione della lesione addominale. L’esame istologico ha confermato la diagnosi di PGL: paraganglioma con aree di emorragia e di degenerazione cistica centrale. Diametro massimo 15.5 cm. La neoplasia mostra pattern di crescita in nidi confluenti, infiltra la capsula e si estende al tessuto adiposo peri lesionale. Invasione vascolare presente. Non evidenza di necrosi e di figure mitotiche atipiche. Ki67 1-3%. Documentabile perdita di espressione di SDHB.
Avreste sottoposto la paziente ad intervento di asportazione della lesione principale?

Risposte
1) No, perché vi è indicazione a chemioterapia
2) No, perché vi è indicazione a terapia con 177Lu-LUDOTATE
3) Si, perché l’asportazione della lesione principale migliora la prognosi e rende possibili altre opzioni terapeutiche
4) Si, perché la lesione principale è superiore ai 5 cm di diametro


La risposta corretta è la risposta numero: 3

Risposta Corretta Nr. 3

Si, perché l’asportazione della lesione principale migliora la prognosi e rende possibili altre opzioni terapeutiche

  • perchè
I feocromocitomi/paragangliomi metastatici (mPPGL) presentano incidenza <1/1.000.000 e prevalenza alla diagnosi del 5%. Le metastasi sono presenti nel 25% dei paragangliomi (PGL) simpatergici, nel 10% dei feocromocitomi (FEO) e solo nel 2% dei PGL parasimpatergici (HNPGL) (1). Le localizzazioni a distanza possono comparire dopo molti anni dalla diagnosi. Le sedi maggiormente interessate sono: linfonodi (80%), osso (72%), fegato (50%) polmone (50%). La sopravvivenza globale (OS) a 5 anni varia dal 12 all’84% ed è peggiore nei pazienti con tumori di grosse dimensioni e metastasi sincrone. Il 20% dei pazienti presentano solo localizzazioni ossee con miglior OS. Il primo atto terapeutico nei pazienti con forme secernenti è rappresentato dalla terapia con alfalitici per il controllo degli effetti delle catecolamine prodotte in eccesso. In assenza di una rapida progressione di malattia si opta per il wait and see: monitoraggio clinico, biochimico e strumentale. Recentemente alcuni dati hanno confermato il ruolo dell’asportazione del tumore primitivo sulla OS e sulla sopravvivenza libera da progressione (PFS) (2). La risposta corretta è la 3 perché, quando fattibile, l’asportazione del tumore primitivo deve essere considerata indipendentemente dalla mancata possibilità di ottenere una chirurgia radicale, dalla secrezione di catecolamine e dalle dimensioni del tumore (risposta 4 errata) (2). La nostra paziente era stata sottoposta in altro centro a biopsia della lesione addominale perché un paraganglioma non era stato inizialmente considerato in diagnosi differenziale con possibili gravi conseguenze anche fatali. Infatti, il dosaggio delle metanefrine urinarie è stato effettuato solo dopo l’esito della biopsia. La chemioterapia trova indicazione in pazienti con mPPGL non resecabili, in rapida progressione (<6 mesi) e con sintomi da eccesso di catecolamine (risposta 1 errata). Lo schema maggiormente utilizzato è quello con ciclofosfamide, vincristina e dacarbazina (CVD), con risposta nel 33% dei casi (3). La terapia radiometabolica può essere effettuata con 131I-MIBG o con analoghi marcati della somatostatina 90Y-177Lu-LUDOTATE (Lutathera®) (4). Nel 2018 la High-Specific-Activity (HSA) 131I-MIBG è stata approvata dalla FDA come farmaco orfano per il trattamento del mPPGL (5). Anche la terapia con inibitori delle tirosin-chinasi trova spazio in pazienti con mPPGL (ClinicalTrials.gov SNIPP, NCT00843037). La nostra paziente è stata sottoposta ad asportazione della lesione primitiva per due ragioni: 1) oggi sappiamo che l’asportazione della lesione principale determina un miglioramento della sopravvivenza; 2) l’intervento ci consentirà, in caso di progressione, di utilizzare la terapia radiometabolica con maggior efficacia sulle lesioni secondarie (risposta 2 errata).

Prima dell’intervento chirurgico la paziente è stata trattata con alfalitico nonostante la negatività delle metanefrine per evitare effetti cardiovascolari dovuti al rilascio di catecolamine causato dalla manipolazione della massa (6). L’utilizzo della terapia con Lanreotide, un analogo freddo, come il Lutathera si basa sull’espressione da parte dei PPGL di recettori della somatostatina. Il Denosumab a cadenza mensile è stato prescritto per ridurre il rischio di fratture dovuto alla presenza di localizzazioni ossee. Gli ultimi controlli hanno mostrato stabilità del quadro e pertanto la paziente prosegue il follow up. Infatti, nei mPPGL il primo approccio terapeutico in condizioni di stabilità è rappresentato dal wait and see perché ad oggi non disponiamo di terapie curative e nessuna di quelle attualmente in uso è esente da possibili effetti collaterali. Per questo motivo la nostra paziente ha al momento interrotto la terapia con Lanreotide.

Biliografia di riferimento
  1. Lenders J et al., 2014 J Clin Endocrinol Metab 2014 doi.10.1210/jc.2014-1498
  2. Roman-Gonzalez A et al. Ann Sur 2018 doi.10.1097/SLA.0000000000002195
  3. Fishbein L et al. Endocr Relat Cancer 2017 doi.10.1530/ERC-17-0086
  4. Pryma D et al. J Nucl Med 2019 doi.10.2967/jnumed.118.217463
  5. Vyakaranam AR et al. Cancers (Basel) 2019 doi.10.3390/cancers11070909
  6. Castinetti F et al. Eur J Endocrinol 2022 doi: 10.1530/EJE-21-0692
  7. Possibili altre voci bibiografiche
  8. Nölting S, Ullrich M, Pietzsch J, et al. Current Management of Pheochromocytoma/Paraganglioma: A Guide for the Practicing Clinician in the Era of
    Precision Medicine. Cancers (Basel). 2019;11(10):1505. Published 2019 Oct 8. doi:10.3390/cancers11101505;
  9. Vanderveen KA, Thompson SM, Callstrom MR, et al. Biopsy of pheochromocytomas and paragangliomas: potential for disaster. Surgery. 2009;146(6):1158-1166. doi:10.1016/j.surg.2009.09.013)
  10.  Garcia-Carbonero R, Matute Teresa F, Mercader-Cidoncha E, et al. Multidisciplinary practice guidelines for the diagnosis, genetic counseling and treatment of pheochromocytomas and paragangliomas. Clin Transl Oncol. 2021;23(10):1995-2019. doi:10.1007/s12094-021- 02622-9

Autore
Dr.ssa Letizia Canu
Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche “Mario Serio”, Università degli Studi di Firenze; SODc di Endocrinologia, AOU Careggi.
[email protected]

 



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